Perizia fonometrica: come funziona, costo e tipologie

L’inquinamento acustico riguarda i livelli elevati di rumore che possono causare fastidi o addirittura problemi di salute, ad esempio danneggiando il sistema uditivo o disturbando il sonno di una persona. Questi rumori possono provenire da una serie di fonti tra cui traffico stradale, impianti industriali, apparecchi elettrici o dalla presenza di vicini di casa particolarmente rumorosi.

Poiché la percezione del suono può essere relativa, è necessario ricorrere ad una perizia fonometrica quando si vuole rilevare in modo oggettivo la quantità di rumore prodotta da uno specifico ambiente.

Come vedremo, la perizia fonometrica è un tipo specifico di accertamento, che non va confuso con la perizia acustica nè con la perizia fonica.

Cos’è la perizia fonometrica

La perizia fonometrica viene solitamente richiesta in tutti i casi in cui sia necessario determinare in modo preciso il grado di inquinamento acustico prodotto da uno specifico contesto ambientale.

Si tratta di un’indagine che può servire a diversi scopi, sia per certificare i problemi acustici di un edificio che per rilevare la presenza di inquinamento ambientale dovuto alle emissioni o immissioni sonore di grossi impianti pubblici o privati.

In ambito giuridico, la perizia fonometrica è una prova indispensabile nelle cause di denuncia per il reato di disturbo della quiete pubblica e serve a dimostrare al Giudice che il livello di rumori emesso supera la soglia prevista dalla Legge. Il riferimento normativo è la Legge Quadro sull’inquinamento acustico (L. 447/1995), che stabilisce i principi fondamentali in materia di tutela dell’ambiente esterno e dell’ambiente abitativo dall’inquinamento acustico. Qui, con il termine di inquinamento acustico si intende la presenza di un rumore tale da provocare fastidio o disturbo al riposo o allo svolgimento di altre attività e che costituisca un pericolo per la salute umana. Nella stessa Legge sono indicati i parametri di riferimento per individuare i valori limite che si distinguono in assoluti, stabiliti con riferimento al rumore ambientale esterno e differenziali, determinati sulla base della differenza tra il livello di rumore ambientale e quello residuo, cioè in assenza della fonte sonora.

Altri criteri di cui la perizia fonometrica deve tenere conto sono i valori di emissione e quelli di immissione. Nel primo caso si prende in considerazione l’impatto acustico che una precisa sorgente può avere sulle abitazioni circostanti e sulle zone limitrofe rispetto alla fonte. Il valore di immissione riguarda, invece, l’impatto acustico determinato in un dato territorio da tutte le possibili sorgenti sonore presenti in quell’area.

La perizia fonometrica, infine, deve sempre misurare il livello di rischio potenziale per la salute umana, perciò definito valore di attenzione, tenuto conto che a norma di Legge il limite differenziale di immissione misurato all’interno delle abitazioni (eseguito sottraendo il rumore prodotto da una sorgente specifica e quello in assenza della sorgente) è di 5 decibel durante il giorno (dalle 6 alle 22), mentre nelle ore notturne è di 3 decibel.

Al termine delle analisi effettuate con le apparecchiature di misura, calibrate e tarate, il perito fonometrico produce i risultati delle prove effettuate ed elabora la relazione finale di valutazione dell’impatto acustico.

Chi può fare una perizia fonometrica

La consulenza in materia di inquinamento acustico può essere affidata esclusivamente ai professionisti idonei ad effettuare le misurazioni atte a certificare l’ottemperanza ai valori definiti dalla Legge.

La perizia fonometrica può dunque essere effettuata esclusivamente da un Tecnico specializzato. Con il Decreto Legislativo n. 42 del 17 Febbraio 2017, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha attuato le disposizioni relative ai criteri per l’esercizio della professione di “Tecnico Competente in Acustica Ambientale” (TCAA), il quale deve risultare iscritto presso l’elenco dei soggetti abilitati a livello nazionale. Si tratta di una qualifica acquisibile da architetti, ingegneri, geometri, geologi, al termine della frequenza di un corso di specializzazione abilitante in acustica ambientale svolto presso Università, Enti o Istituti di Ricerca.

Tra gli ambiti di studio del Tecnico in acustica ambientale si possono annoverare:

  • i fondamenti di acustica generale (l’acustica fisica, le perturbazioni elastiche, le grandezze fondamentali, le onde sonore, il sistema uditivo, l’audiogramma, la psicoacustica);
  • la propagazione del suono e l’acustica degli ambienti confinati (l’assorbimento acustico, il tempo di riverberazione, i materiali fonoassorbenti, l’isolamento acustico);
  • gli strumenti di misura (il fonometro, l’analizzatore di frequenza, i software di elaborazione delle misure, i sistemi di registrazione e rilevamento dell’inquinamento acustico);
  • la normativa nazionale, regionale ed europea (la legge quadro 447/95, i vigenti limiti di legge per emissione, immissione e differenziale sonoro, le competenze delle Regioni e dei Comuni);
  • il rumore delle infrastrutture di trasporto lineari, portuali ed aeroportuali (regolamentazione acustica delle infrastrutture di trasporto stradale, ferroviario ed aereoportuale, piani di contenimento ed abbattimento del rumore);
  • i requisiti acustici passivi degli edifici (acustica architettonica, criteri di progettazione e corretta posa in opera, la classificazione acustica delle unità immobiliari);
  • rumore e vibrazioni negli ambienti di lavoro (gli effetti dell’esposizione di lungo periodo, normativa, strumenti e tecniche di misura di rumore e vibrazioni nei luoghi di lavoro);
  • acustica forense (normativa di riferimento, tollerabilità ed accettabilità, aspetti procedurali della nomina del CTU, il deposito della perizia, struttura della relazione di consulenza).

La rilevanza di tutte le discipline oggetto di studio consente al professionista di acquisire competenze per lo svolgimento di diverse attività come la redazione di piani di zonizzazione acustica, la redazione di regolamenti comunali per la riduzione dell’inquinamento acustico e l’effettuazione di perizie fonometriche e acustiche in ambito penale e civile.

Differenza tra perizia fonometrica e altre perizie

Anche se spesso vengono utilizzati come sinonimi, i termini perizia fonometrica e perizia acustica rimandano di fatto a significati differenti. Il Tecnico in Acustica Ambientale può infatti essere chiamato sia per svolgere misurazioni atte a valutare i rischi di elevate esposizioni al rumore in specifici ambienti che per proteggere la salute pubblica attraverso analisi previsionali dell’impatto acustico di sorgenti rumorose.

Anche se in entrambi i casi si fa uso di apparecchi come i fonometri e spetta al tecnico specialista redigere una relazione sulla base della normativa vigente, le due tipologie di perizia differiscono per le caratteristiche di applicazione.

Per essere più precisi bisognerebbe parlare di perizia fonometrica quando si effettua una rilevazione professionale in situazioni specifiche al fine di dimostrare che il livello di intensità e quantità di rumore prodotto da una sorgente sia causa di disturbo alle persone. Il Giudice, sulla base della perizia, potrà quantificare il danno che eventualmente è stato arrecato ai soggetti che hanno sporto denuncia. Attraverso l’utilizzo del fonometro, l’esperto andrà a rilevare e misurare i livelli di pressione sonora nelle diverse ore del giorno e della notte prodotte dalla specifica sorgente e le metterà a confronto con i livelli rilevati quando la fonte è assente (ad esempio rispetto ai rumori prodotti da un locale si svolgeranno le misurazioni sia quando l’esercizio è aperto e funzionante che nei momenti in cui è chiuso). A quel punto i calcoli potranno stabilire il valore differenziale che sarà prova dell’effettivo impatto sonoro generato dalla sorgente presa in causa (vicino di casa, discoteca, impianto sportivo, ecc.).

Solitamente con perizia acustica si intende, invece, il tipo di misurazione volta a tutelare la salute pubblica secondo le norme che ne regolamentano le questioni acustiche ambientali. Normalmente si tratta di tutte le perizie prodotte per proteggere la popolazione dall’inquinamento acustico emesso o immesso da grandi opere pubbliche o grossi impianti industriali. In questi casi l’impatto acustico può procurare danni a molti individui che abitano alcune zone o territori circostanti e per questo motivo la Legge prevede che vengano effettuate le misurazioni sonore sia previsionali che dello status quo. In altri termini, è obbligatorio fare un’analisi dell’impatto acustico quando si voglia realizzare un’infrastruttura e successivamente determinare se l’opera in questione rispetta i limiti di emissione e di immissione sonora previsti dalla Legge in quella zona.

Infine, la perizia fonica si distingue ulteriormente sia dalla perizia fonometrica che da quella acustica. Con perizia fonica, infatti, si intende l’analisi e l’interpretazione delle registrazioni audio o ambientali al fine di produrre prove documentali in casi di reato penale. La perizia fonica, diversamente da quelle fonometriche e acustiche, viene effettuata da un professionista che ha ottenuto la qualifica di “Tecnico dell’analisi e della trascrizione di segnali fonici e di gestione della perizia di trascrizione in ambito forense”.

In quali casi si fa una perizia fonometrica: esempi e ambiti di applicazione

E’ necessario fare una distinzione tra i diversi ambiti di applicazione in cui si può ricorrere alla perizia fonometrica. Il quadro normativo in materia di inquinamento acustico, infatti, distingue gli scopi della norma tra l’ambito penale e quello civile. Nel caso delle prescrizioni relative ai livelli sonori ammissibili a livello urbanistico fa fede l’art. 659 del Codice Penale mentre per le immissioni di rumore nel rapporto fra privati il riferimento normativo è indicato dall’art. 844 del Codice Civile.

Il comma 1 dell’art. 659 c.p. recita che lo scopo della norma è quello di tutelare la tranquillità pubblica. Viene dunque accertato un reato qualora un rumore sia provocato da sorgenti che arrechino disturbo ad un numero indeterminato di persone che vivono o lavorano nei pressi dell’ambiente in cui il fenomeno si verifica. In questi casi non occorre che ci sia l’intenzione dell’agente di arrecare disturbo. A titolo esemplificativo, la Cassazione ha applicato il comma 1 dell’art. 659 ad una situazione in cui il proprietario di un’abitazione possedeva numerosi cani e pappagalli che emettevano latrati ad ogni ora del giorno e della notte disturbando la quiete pubblica.

Nel rapporto tra privati, come ad esempio nelle controversie condominiali, invece, si applica l’art. 844 del Codice Civile, che tutela il diritto del singolo cittadino, come ad esempio in relazione ad un inquilino che mette musica fino a tarda ora disturbando i vicini di casa.

In altri termini, affinché si configuri un reato penale di cui all’art. 659 è determinante che i rumori tendano a propagarsi nell’aria arrivando a disturbare un ampio numero di persone e non soltanto coloro che ne lamentano il fastidio. A seguito di segnalazioni di presunte violazioni delle norme previste dalla legge quadro o dall’art. 659 c.p., l’Ente della pubblica amministrazione italiana che si occupa di protezione ambientale a livello delle singole Regioni è l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale). Tra le varie funzioni svolte dagli operatori dell’ARPA vi sono, infatti, il controllo e il monitoraggio dei fattori di inquinamento acustico e del livello sonoro dell’ambiente.

Infine, la perizia fonometrica (che in questo caso sarebbe più corretto definire acustica) viene richiesta anche secondo la Legge 447/1995, che come scopo persegue l’interesse della collettività, la quale fa obbligo ai Comuni con più di 50 mila abitanti di presentare una relazione biennale sullo stato acustico del territorio e di effettuare una previsione dell’impatto acustico delle aree in cui vengano realizzate opere pubbliche quali scuole, ospedali o parchi.

Perizia fonometrica in condominio

La vita condominiale può essere caratterizzata dalla convivenza con inquilini che non rispettano le norme relative alle soglie di tollerabilità del rumore che, dal punto di vista legale, sono fissate a 3,5 decibel. Inoltre, normalmente il regolamento condominiale prevede delle fasce orarie (di solito tra le 13 e le 16 durante il giorno e tra le 22 e le 8 del mattino per quanto riguarda la notte) durante le quali è fatto divieto di fare eccessivi rumori per garantire il riposo e la tranquillità degli abitanti.

Quando si parla di rumore eccessivo in condominio si fa riferimento a emissioni sonore moleste come l’abbaiare continuo di un cane, musica a tutto volume, utilizzo di strumenti di lavoro come trapani. In queste situazioni, prima di ricorrere alle vie legali, si può cercare di dirimere la controversia appellandosi all’amministratore di condominio, il quale potrà esporre un reclamo ai vicini chiedendo di cessare il rumore. Molte volte il tentativo di soluzione pacifica non va a buon fine e si rende necessario procedere per vie legali. In questo caso la sola testimonianza orale non è sufficiente per dimostrare la molestia subita e il Giudice avrà bisogno di ulteriori prove che certifichino in modo preciso e oggettivo il superamento dei limiti di emissioni sonore previste dalla Legge in quella determinata zona (residenziale, di campagna o piccolo centro), tenendo conto anche di quanto previsto dal regolamento del condominio (fasce orarie e persistenza del rumore). La valutazione di tali criteri dovrà avvenire a cura di un perito fonometrico, il quale potrà effettuare tutte le misurazioni necessarie per redigere una relazione tecnica sui fatti oggetto di denuncia da presentare al Magistrato.

A seconda della gravità e persistenza dei rumori si può andare incontro ad un processo civile o penale. Quando il rumore sia causa di disturbo per i soli vicini di casa si potrà intentare una causa civile (il riferimento normativo è l’art. 844 c.c.) e chiedere la cessazione immediata dei rumori, l’obbligo di insonorizzazione dell’appartamento ed eventualmente un risarcimento per i danni sulla salute psico-fisica effettivamente certificati dalla parte lesa. Qualora, invece, i danni derivanti dalle emissioni sonore moleste fossero estesi ad un numero indefinito di persone si può intentare una causa penale appellandosi all’art. 659 c.p., dove si configura il reato di disturbo della quiete pubblica.

Perizia fonometrica per attività commerciali e analisi dell’impatto acustico

La Legge Quadro 447 del 1995 (art.8, comma 2) fa obbligo di presentare la documentazione di previsione del clima acustico come allegato in tutte le domande per il rilascio delle concessioni edilizie riguardanti la realizzazione di impianti per attività produttive, commerciali, sportive o ricreative che possano produrre inquinamento acustico ambientale.

La valutazione di impatto acustico può essere rilasciata esclusivamente da un Tecnico in Acustica Ambientale abilitato e iscritto nei registri nazionali del Ministero dell’Ambiente, il quale è tenuto a misurare il grado di inquinamento sonoro provocato da specifici impianti produttivi e commerciali. Qualora le attività commerciali non facciano uso di musica o forme di intrattenimento danzanti possono essere esentate dal presentare tale valutazione, come nel caso di parrucchieri, studi odontoiatrici, laboratori di gastronomia o altri esercizi elencati nel D.P.R. 227 del 2011.

Si verificano due casi in cui è obbligatoria una perizia fonometrica per analizzare l’impatto acustico delle attività commerciali:

  • La previsione del clima acustico (VPIA) attraverso un rilievo fonometrico, da effettuare prima della realizzazione dell’attività commerciale: la relazione previsionale effettuata dal perito fonometrico consiste nella raccolta di dati (attraverso sopralluoghi) al fine di garantire che l’impianto da realizzare non andrà a superare la soglia massima di immissione sonora nell’ambiente prevista dalla Legge;
  • Lo studio della situazione acustica esistente (VIA) riguarda le attività commerciali già avviate e i controlli vengono effettuati dall’ARPA sulla base della segnalazione dei cittadini che lamentano l’esercizio di attività acusticamente inquinanti. In questo caso la perizia fonometrica serve a compiere uno studio che comporti la bonifica dell’ambiente sulla base delle indicazioni fornite dal piano di zonizzazione acustica del Comune di competenza (cioè la suddivisione del territorio comunale in zone in base ai limiti differenziali del rumore consentito).

Valore legale di una perizia fonometrica

La perizia fonometrica ha valore legale qualora sia stata effettuata da un Tecnico in Acustica Ambientale abilitato all’esercizio della professione.

Il valore legale di una perizia fonometrica è dato anche dal corretto utilizzo degli strumenti utilizzati per la rilevazione dei rumori. Con il Decreto del 16 Marzo 1998 (“tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento acustico”), il Ministero dell’Ambiente fa chiarezza sugli strumenti e apparecchiature legalmente riconosciute per la misurazione dell’impatto sonoro. In particolare, il sistema di misura deve soddisfare le caratteristiche della classe 1 delle norme EN 60651/1994 e EN 60804/1994. La classe di un fonometro si riferisce al grado di precisione con cui l’apparecchio è in grado di effettuare le misurazioni e i relativi margini di tolleranza di incertezza della stima. In altre parole, la classe di uno strumento di misura fonometrico è indice di garanzia di un determinato livello di accuratezza nel rilevamento dei rumori. Anche i filtri, i microfoni e i calibratori utilizzati per le misure devono essere conformi a specifiche norme affinché i risultati delle misurazioni abbiano valore legale.

A tal fine, tutto il ciclo di misurazione svolto dal perito fonometrico è sottoposto a controllo biennale attraverso la presentazione dei certificati di taratura degli strumenti che devono risultare conformi alle specifiche tecniche elencate.

Quanto costa una perizia fonometrica

Il costo di una perizia fonometrica è molto variabile in funzione dei parametri di cui il tecnico specialista deve tenere conto nell’analisi dell’inquinamento sonoro o dell’impatto acustico. Per questo motivo non esiste un tariffario univoco su scala nazionale, ma vengono stabiliti i costi da sostenere sulla base della tipologia di prestazione professionale richiesta.

Tra i criteri presi in considerazione per calcolare la parcella ci sono la quantità di misurazioni che si rendono necessarie per analizzare un fenomeno acustico, le tipologie di strumenti che il perito dovrà utilizzare per le rilevazioni e il tempo impiegato dal consulente sia per la raccolta dei dati che per l’analisi. Infine, bisogna calcolare il tempo richiesto per produrre la relazione finale in cui il perito fonometrico, dopo aver elaborato i dati in funzione della richiesta, andrà a certificare il livello di inquinamento sonoro o dell’impatto acustico ambientale secondo i parametri stabiliti dalla Legge.

 

Immagine di Erwin da Pixabay

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